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Mutamenti, avvenuti nel Novecento






Il Novecento ha conosciuto mutamenti rapidissimi nei rapporti internazionali, nei sistemi politici, nelle strutture della società. Ma è stato anche un secolo in cui si sono profondamente modificate le relazioni fra i ceti sociali, fra i sessi e fra le generazioni. La lingua italiano è piena di novità: abolizione della punteggiatura e uso del onomatopea. La scolarizzazione aveva prodotto profondi cambiamenti nella seconda metà del secolo. È diminuito lo spazio del dialetto, che si avvicinato alla lingue comune. È nata la radio e la TV. Due importanti massmedia che hanno diffuso tecnicismi, neologismi e esotismi.

 

8. DAL LATINO ALL’ITALIANO: FENOMENI DEL VOCALISMO

Le parole latine avevano un accento musicale, innalzamento della voce. In latino l'accento è diventato l'intensivo (forza articolatoria su sillaba accentata).

MONOTTONGAMENTO: DITTONGAMENTO: ANAFORESI:
au> o (aurum diventa oro, cauda=coda), ae> e (praeda=preda), oe> o (poena=pena). e> ie (venit=viene), o> uo (cor=cuore, bonus=buono). e> i (destruo=distruggo), o> u (totus=tutti).

9. DAL LATINO ALL’ITALIANO: FENOMENI DEL CONSONANTISMO, FENOMENI GENERALI

ASSIMILAZIONE: CADUTA DEI CINSONANTI FINALI: SONORIZZAZIONE:
REGRESSIVA: mn> nn (omnipotens= onnipotente); ct> tt (noctu=notte). PROGRESSIVA: nd> nn; mb> mm. sono cadute m& e (pacem=pace); s (nei monosillabi) > i(omnis=ogni). p& c (seguita da a& o& u)> b; t (tra vocale & r)> d; k> g. spica=spiga, litus=lido, cattus=gatto. j> gi in posizione iniziale (judex=giudice), j> ggiin posizione intervocalica (major=maggiore), v si è confusa con la b(exspectabam=aspettavo), cons+l> cons+i(plenus=pieno, clave=chiave).

Il primo fenomino generaleè PROSTESI. È aggiunta di un corpo fonico all`inizio di una parola. Per esempio: vicinor=avvicinarsi. L`EPITESI è aggiunta di un corpo fonico alla fine di una parola (sopratutto nelle parole terminati per consonante o parole tronche). Per e: ulterior=ulteriore. L`EPENTESI è aggiunta di un corpo fonico all`interno di una parola. Per e: labea=labbra. L`AFERESI è caduta di un corpo fonico all`inizio di una parola. Per e: trucedo=uccidere. LA SINOCOPE è caduta di un corpo fonico all`interno di una parola. Cadono le vocale o le silabbe piu debole, non accentate. Per e: speculum=speclum=specchio. L`APOCOPE è caduta di un corpo fonico alla fine di parola. Puo essere consonantica (virtus=virtu), vocalica (bel, gran, quel, san).

10. DAL LATINO ALL’ITALIANO: MUTAMENTI MORFOLOGICI

La lingua latina aveva 2 numeri: singolare e plurale e diverse uscite. Anche la lingua latina aveva 3 genere: maschile, femminile e neutro. Nel passato all`italiano il neutro si apparso e le parole che appartenevano a questo genere sono state assimilate al maschile. Il genere neutro rimangono vari relitti. Parole maschili singolari con due plurali diversi, di uso e significato, esempi: i bracci della gru=le braccia dell`uomo, i gesti delle mani=le gesta eroiche, i cigli della strada=le ciglia degli occhi. L`articolo determinativo e indeterminativo rappresentano una novità apparso nel`italiano. L`articolo determinativo continua la forma latina: illa-illud. L`articolo indeterminativo continua la forma: unus-una-unum. Queste forme non erano articole, ma dimostrativi. Il sistema dei pronomi personali italiano è vicinissmo a quello latino: io& tu per il soggetto, me& te per complemento, io deriva da eo& ego, me& tu& te derivano da me& tu& te latini, noi& voi da nos& vos, 3 persona singolare is& ille& ipse.

11. DAL LATINO ALL’ITALIANO: MUTAMENTI SINTATTICI

Il latino distingueva le funzioni logiche e i significati delle parole in base ai sistemi dei casi; l’ italiano affida in parte questa funzione distintiva alla posizione che le parole hanno all’ interno della frase. L’ordine delle parole era, relativamente, libero nel latino, mentre è sottoposto ad alcuni vincoli nell’ italiano. L’ordine abituale di una frase italiana è SVO, consente di distinguere il soggetto dal complemento oggetto. Nel latino classico la desinenza distingueva, oltre il genere e il numero, anche la funzione di una parola nella frase. Gli scrittori latini scelgono sia la sequenza SOV che la sequenza SVO, poi trasferita all’ italiano. Il modello SVO ha rappresentato l’ ordine naturale delle parole nell’ italiano sin dalle origini; per imitare il modello latino, alcuni scrittori usarono il modello SOV. In poesia la tendenza è stata ancora maggiore, data la necessità di un qualche carattere distintivo rispetto alla prosa. Nelle frasi marcate l’ ordine SVO viene sovvertito, ma è accompagnato da un’ intonazione particolare che evidenzia l’ elemento rilevante.


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